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  • Yoga Nidra

    COSA E’: Yoga Nidra è una pratica meditativa millenaria che deriva dal Tantra, e che serve per indurre un profondo rilassamento di tutta la struttura dell’essere umano. Questa tecnica porta ad un rilassamento molto profondo i cui benefici sono convalidati da molte ricerche scientifiche accurate.

    Il termine deriva da due parole sanscrite Yoga (unione) e Nidra (sonno), e spesso viene definito yoga del sonno anche se il suo scopo non è quello di far dormire.

    Infatti la pratica si esegue da stesi ad occhi chiusi. Tuttavia mentre si esegue Yoga Nidra, e si appare addormentati, la coscienza deve invece rimanere vigile. Per questo motivo si impara a rilassarsi coscientemente e per questa ragione viene definito:”sonno dinamico”.

    Lo stato di estremo rilassamento indotto, con cui si prende sempre più confidenza, è uno stato molto vicino alla soglia del sonno. Capita spesso (soprattutto ai principianti) di dormire profondamente e svegliarsi alla fine della pratica. Tuttavia, al fine di ottenere il massimo beneficio, è importante evitare di perdere il contatto con la coscienza e farsi rapire dal sonno.

    Questa meditazione se eseguita correttamente e ripetutamente da molteplici benefici: rigenera il corpo rivitalizzandone l’energia, aumenta la creatività, la memoria e molto altro ancora, ma soprattutto dona in generale una coscienza migliore di se.

    COME SI ESEGUE: La pratica di Yoga Nidra si esegue da stesi nella posizione di Shavasana (ossia stesi a pancia in su con braccia e gambe stese e rilassate). Da questa posizione si chiudono gl’occhi e ci si prepara alla pratica rilassando il corpo. A questo punto la voce del maestro (o della voce guida se si tratta di CD) guiderà il praticante lungo un percorso fatto di diverse fasi per poi guidarlo nuovamente fuori nella realtà oggettiva.

    La pratica di Yoga Nidra varia dai 20 ai 60 minuti o più, secondo discrezione dell’insegnante. È di fondamentale importanza scegliere un luogo e un momento adatti

    DOVE PRATICARE: Idealmente Yoga Nidra deve essere praticato in un luogo piacevole e rilassante (come energia e temperatura) e se possibile dedicate un luogo alla pratica (se potete evitate il letto e il divano). La superficie su cui ci si stende deve essere morbida ma non troppo (tipo tappeto o tappetino yoga), e quindi è sufficiente per stendersi agevolmente con gambe e braccia stese. Si può utilizzare un leggero cuscino per la testa o rialzo per le ginocchia se lo ritenete necessario, (ricorda però questi non dovrebbero diventare impedimenti alla pratica). L’ambiente dovrebbe essere caldo a luce dovrebbe essere soffusa e quindi non troppa e ne troppo poca. L’ambiente si può profumare con sostanze naturali ma senza esagerare

    IL MOMENTO ADATTO: Il momento migliore per la pratica di Yoga Nidra è il momento in cui siete certi di non essere disturbati !Infatti ogni elemento di disturbo come: animali che vi toccano mentre siete stesi, o telefoni e campanelli che suonano ecc.. sono l’unica cosa cui dovete preoccuparvi di evitare per eseguire una buona pratica. Infatti se mentre praticate qualcuno o qualcosa vi disturba, allora questo vi creerà uno shock equivalente a quando qualcuno vi sveglia bruscamente mentre state dormendo (vedi sotto dettagli importanti). A parte questa considerazione, il momento per eseguire la pratica può essere scelto a piacere. Tuttavia consiglio di eseguire la pratica prima di mangiare (oppure dopo almeno 2 ore dai pasti principali) . Un ottimo momento è quello di praticare alla sera subito prima di andare a letto, questo vi permetterà tra le altre cose di predisporvi a dormire molto bene

    PARTICOLARI IMPORTANTI: rilassandosi la temperatura del corpo si abbassa perciò predisponete di coprirvi se lo ritenete necessario. E’ fondamentale seguire dettagliatamente la voce della guida lasciando che la mente segua le istruzioni impartitegli nel modo più profondo possibile. Se capita di essere disturbati nello stato di rilassamento profondo prima di alzarvi accettate dentro di voi di poterlo fare, quindi di poter alzarvi terminando in quel momento la pratica.

    DA DOVE ORIGINANO I BENEFICI: In questo stato di rilassamento cosciente il corpo si ristruttura a grande velocità. Si stima che un ora di Yoga Nidra corrispondono a circa 4 ore di sonno profondo da un punto di vista di rigenerazione cellulare. Tuttavia questo è solo uno dei tanti benefici che può regalare la pratica di yoga nidra. Infatti, il segreto principale di questa pratica, è quella di riuscire a rilassare le tre tensioni che stanno alla base di ogni sofferenza umana.

    * Yoga Nidra rilassa tutte le tre tensioni del corpo fisico, mentale ed emotivo. Liberando le tensioni l’energia scorre più liberamente e questo si traduce in più tranquillità, meno disturbi, più lucidità e scelte migliori.

    - tensioni muscolari sono in relazione al corpo, al sistema nervoso e a squilibri del sistema endocrino. Queste possono essere facilmente rimosse con un profondo rilassamento fisico, ottenuto nello stato di yoga nidra.
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    tensioni emozionali che emergono dalle svariate dualità come amore/odio, guadagno/perdita, successo/fallimento, felicità/infelicità, sono più difficili da rimuovere. Questo perché non siamo capaci di esprimere le nostre emozioni liberamente e apertamente. Spesso ci rifiutiamo di riconoscerle perciò vengono represse e le tensioni che ne risultano divengono sempre più profondamente radicate. Non è possibile rilassare queste tensioni con un sonno o rilassamento ordinario. Abbiamo bisogno di un metodo come yoga nidra, dove l’intera struttura emozionale della mente può essere tranquillizzata.
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    tensioni mentali sono il risultato di un’eccessiva attività mentale. La mente è un turbinio di fantasia, confusioni ed oscillazioni. Durante la nostra vita, tutte le esperienze registrate dalla nostra coscienza vengono accumulate nel corpo mentale. Di volta in volta queste esperienze esplodono con effetti sul nostro corpo, mente, comportamento e reazioni. Quando siamo tristi, arrabbiati o irritati attribuiamo spesso tali condizioni mentali ad alcune cause superficiali, ma la causa che sta dietro al comportamento abnorme dell’uomo, si trova nel cumulo di tensioni nel piano mentale. Yoga nidra è una scienza del rilassamento che permette ad ognuno di noi di penetrare profondamente nei regni della mente subconscia e quindi di liberare e di rilassare le tensioni mentali, stabilendo l’armonia in tutti gli aspetti del nostro essere

    Liberarsi dalle tensioni, rilassarsi ed avere pace mentale sono i segreti della trasformazione, poiché la conoscenza della Verità può accadere solo quando si è liberi dalle tensioni.

    Praticare Yoga Nidra significa aprire gli stadi più profondi della vostra mente e cioè la mente subconscia ed inconscia. Queste due aree della mente sono le forze più potenti dell’essere umano. La mente diventa molto ricettiva perché si vanno a risvegliare le sue strutture emozionali.

    Se siete una persona che ha accumulato cattive abitudini, praticando Yoga nidra la vostra mente illogica, disobbediente, riceverà dopo un breve rilassamento, consigli positivi che saranno recepiti e messi in pratica. * Dal Libro: Yoga Nidra di S. Satyananda S.

    Lo stress è la vera malattia dell’uomo moderno (e lo afferma L’OMS quando lo definisce “il Killer Silenzioso”), e in questo contesto è sufficiente riconoscere che la maggior parte dei problemi originano, da un’eccessiva identificazione della psiche con il soma o corpo materiale, e ciò indebolisce il sistema nervoso fino ad esaurirlo. Lo yoga nidra allevia efficacemente questa identificazione psico-somatica e ne inverte la direzione rilassando il soma(corpo)e di conseguenza la psiche. Quindi lo squilibrio psicosomatico viene corretto spontaneamente con la liberazione del prana o energia nervosa, che viene ritirata dai canali e dalle modalità sensoriali con il raggiungimento dello stato di pratyahara.
    Quest’energia viene diretta per curare e rinvigorire i tessuti, le ghiandole e gli organi sovraffaticati.

    PNL

    DEFINIZIONE: La programmazione neuro linguistica (PNL o, in inglese, NLP da Neuro-linguistic programming) è una tecnica psicologica che postula la possibilità di influire sugli schemi comportamentali di un soggetto tramite la manipolazione di processi neurologici attuata tramite l’uso del linguaggio.

    L’Oxford English Dictionary descrive la PNL come “un modello di comunicazione interpersonale che si occupa principalmente della relazione fra gli schemi di comportamento di successo e le esperienze soggettive (in particolare gli schemi di pensiero) che ne sono alla base” e “un sistema di terapia alternativa basato su questo che cerca di istruire le persone all’autoconsapevolezza e alla comunicazione efficace, e a cambiare i propri schemi di comportamento mentale ed emozionale”

    Secondo i fondatori del movimento, Richard Bandler e il linguista John Grinder, la PNL sarebbe strumentale “all’individuazione delle modalità per aiutare le persone ad avere vite migliori, più complete e più ricche”.

    Essi coniarono il termine per denotare un presunto collegamento teorico fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistico”) e gli schemi comportamentali che sono stati appresi con l’esperienza (“programmazione”), sostenendo che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita.

    Bandler ha sostenuto che gli esseri umani siano letteralmente programmabili: “Quando ho cominciato usando il termine programmazione le persone si arrabbiarono veramente. Hanno detto cose come: ‘state dicendo che noi siamo come le macchine. Siamo esseri umani, non robot.’ Ciò che stavo dicendo veramente era proprio l’opposto. Siamo la sola macchina che può programmarsi. Siamo auto-programmabili. Possiamo impostare programmi deliberatamente progettati e automatizzati che funzionano da soli per occuparsi di noiose mansioni terrene, liberando così le nostre menti per fare altre cose più interessanti e creative.”

    CONCETTI  FONDAMENTALI: L’idea centrale della PNL è che i pensieri, i gesti e le parole dell’individuo interagirebbero tra loro nel creare la percezione del mondo. Modificando la propria visione (detta mappa del mondo, cioè il sistema di credenze relativo a ciò che è la realtà esterna e a ciò che è la realtà interna), la persona può potenziare le proprie percezioni, migliorare le proprie azioni e le proprie prestazioni. La percezione del mondo e la risposta ad esso possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento.

    La PNL servirebbe quindi a sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti “facilitanti” (cioè efficaci) e diminuendo quelli “limitanti” (cioè indesiderati).

    Il cambiamento avverrebbe riproducendo con attenzione i comportamenti e le credenze delle persone di successo (una tecnica chiamata modeling, o modellamento).

    IL  NOME: Il nome scelto dai fondatori della disciplina sintetizza tre componenti:

    • Programmazione, cioè la capacità di influire sulle modalità di comportamento variabili e fondate sulla percezione e sull’esperienza individuali. Tramite la PNL si interverrebbe su una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico;
    • Neuro, ovvero i processi neurologici del comportamento umano, basato su come il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso e li rielabora come percezioni e rappresentazioni;
    • Linguistica, che definisce il sistema con cui i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio.

    EFFICACIA ed  UTILIZZO: Secondo gli autori, questa tecnica sarebbe stata capace di intervenire su problemi in cui gli psicoterapeuti incorrevano di frequente, quali fobie, depressione, abitudini ossessive, disturbi psicosomatici

    Gli autori sostennero che una singola sessione di PNL combinata con ipnosi potesse eliminare la miopia, e addirittura curare un comune raffreddore.

    Bandler e Grinder rivendicavano che combinando i metodi di PNL con la regressione ipnotica, una persona può non solo essere curata efficacemente da un problema, ma anche resa amnesica in primo luogo del fatto di avere avuto il problema. Dopo una sessione della terapia, i fumatori riuscirebbero a negare di aver mai fumato prima, anche quando la loro famiglia ed amici insistono altrimenti e anche di fronte a prove come le macchie della nicotina. Il potenziale dell’autodeterminazione sovrasterebbe anche le limitazioni dell’istruzione.

    Successivamente è stata promossa come “scienza di eccellenza”, derivata dallo studio di come persone di successo o eccezionali in campi differenti avrebbero ottenuto i propri risultati.

    È stato asserito che queste abilità possono essere imparate da chiunque per migliorare la propria efficacia sia personale che professionale.

    L’ASSENZA  DEL  RICONOSCIMENTO SCIENTIFICO: Nonostante l’abbondanza di affermazioni a sostegno già all’epoca della pubblicazione gli autori non riuscirono a portare alcuna evidenza empirica a sostegno. Questo fatto, insieme ai dubbi sulla fondatezza dei meccanismi presentati, ha fatto sì che la PNL non abbia ricevuto il sostegno della comunità scientifica.

    La programmazione neurolinguistica oggi non viene considerata parte della corrente accademica prevalente della psicologia, e ha ottenuto solo un limitato impatto in alcune tecniche di psicoterapia e di counseling.

    La PNL è stata per diverso tempo accomunata a varie tecniche di manipolazione psicologica: Milton Erickson rispondeva a tali accuse affermando che tutti ci “manipoliamo” per diverse ragioni e spesso a fin di bene, come fa una madre che accudisce i suoi figli e trasmette loro modi, pensieri e valori, o come fa un docente con i suoi allievi.

    DIFFUSIONE: Oggi la PNL viene usata principalmente da praticanti delle forme di psicoterapia e psicologia parascientifica, soprattutto legati agli ambienti “dell’ipnoterapia”, del “life coaching” e della formazione aziendale. In una indagine sull’industria del coaching in Australia, il 13% di chi ha risposto riportava di essere stato formato alla PNL e allo “sviluppo personale”.

    Heap scrisse che, stante la difficoltà nello stimare la diffusione della PNL, il numero di persone che sono state formate al livello di “praticante” nel Regno Unito appariva di almeno 50.000 persone. Sempre secondo Heap, la tecnica era insegnata in numerosi seminari, specie nei paesi anglosassoni, in Norvegia, Spagna e Brasile, con modalità pratiche forse diverse.

    APPLICAZIONI: La programmazione neuro linguistica è oggi una disciplina che riunisce vari ambiti dello studio della comunicazione umana, e si propone come strumento per influenzare fattori quali l’educazione, l’apprendimento, la negoziazione, la vendita, la leadership, il team-building. Ha trovato applicazione anche nei processi decisionali e creativi, nello sport e nel counseling.

    In Italia ha cominciato a diffondersi all’inizio degli anni ottanta, inizialmente nel settore della formazione manageriale.

    La PNL è tuttora considerata una pseudoscienza, e gli stessi sostenitori affermano che le sue applicazioni non debbano necessariamente avere fondamento scientifico, perché i principi fondamentali sono “ipotesi di lavoro che possono essere vere o meno. Il problema non è se siano vere, bensì se siano utili”.

    LA  TECNICA: La PNL si propone come una metodologia di “studio della struttura dell’esperienza soggettiva” (Robert Dilts).  L’obiettivo pratico è comprendere come alcune persone riescano ad ottenere determinati risultati: questo dovrebbe avvenire tramite l’analisi, l’apprendimento e la modellazione (cioè l’acquisizione volontaria di determinati comportamenti).

    L’analisi dovrebbe condurre a definire un modello comportamentale, che poi dovrebbe essere replicato nel “paziente” tramite l’acquisizione dei modelli considerati efficaci. Ai modelli acquisiti da altri, si affiancherebbero poi modelli già in possesso del “paziente”, ottenuti da esperienze passate e positive.

    La disciplina divide la popolazione in tre gruppi: visivi, auditivi e cinestesici. Ogni gruppo farebbe uso inconscio di comportamenti e termini (verbi e pronomi) diversi: al fine di innescare un’interazione con un’altra persona, sarebbe dunque necessario capire di quale gruppo farebbe parte l’interlocutore, per poi strutturare il rapporto e le frasi di un dialogo in maniera tale da aver più successo in comunicazione e alzare la percentuale di riuscita.

    Kinesiologia

    IN GENERALE: La kinesiologia (diversa dalla chinesiologia, dalla cinesiologia e dalla Kinesiterapia) è una terapia alternativa che si fonda su una “modalità di comunicazione a 360°” con il “sistema essere umano”. Questa disciplina è rivolta ad una valutazione e ad un miglioramento dello stato di benessere individuale.

    Essa si fonda sull’utilizzo del cosiddetto “test muscolare kinesiologico” (o più semplicemente “test kinesiologico”, da non confondersi con il “test muscolare” descritto qui sotto), che consente di valutare la risposta del sistema nervoso della persona a fronte di differenti fattori di tipo strutturale, biochimico, emozionale ed energetico.

    Attualmente non esistono strumenti in grado di valutare la velocità e l’efficacia del trattamento kinesiologico, tuttavia i risultati che si possono ottenere (letteralmente dialogando con i muscoli della persona) sono enormi. Essi dipendono da moltissime variabili tra cui soprattutto la competenza e  l’esperienza del kinesiologo e  il feedback che si instaura con la  persona testata.

    LA STORIA: Il fondatore della kinesiologia applicata è il chiropratico George Joseph Goodheart Jr. (1918 – 2008), originariamente diplomatosi nel 1939 all’allora “National College of Chiropractic”. Egli nel 1964 pubblicò sul “Digest of Chiropractic Economics” il primo articolo in assoluto relativo alla kinesiologia, all’interno del quale riassumeva i risultati degli studi e delle ricerche da lui compiuti negli anni precedenti. Le nuove e differenti opportunità offerte dalla kinesiologia applicata suscitarono subito l’entusiasmo di vari colleghi unitamente alle critiche di vari altri.

    Nel corso degli anni vari riconoscimenti sono stati attribuiti a Goodheart (e alla kinesiologia applicata da lui fondata), fra cui il suo inserimento nel Comitato Medico Statunitense per gli Sport Olimpici alle XIII Giochi olimpici invernali disputate a Lake Placid nel 1980, e nel 1988 la nomina da parte dei Membri del “Congresso Statunitense” per la Medaglia Presidenziale, il più alto riconoscimento civile assegnato dal Presidente degli Stati Uniti a nome della nazione.È stato anche definito “l’uomo dalle dita magiche” in un servizio che la rivista Time gli ha dedicato nel 2001.

    Un contributo fondamentale fornito subito dalla kinesiologia è stato quello di evidenziare l’esistenza e il possibile utilizzo terapeutico delle specifiche connessioni neurologiche mantenute da singoli muscoli corporei nei confronti di organi e funzioni a loro espressamente associati. Ciò ha offerto al sistema corporeo della persona una inaspettata opportunità di espressione diretta nei confronti dell’operatore (tramite l’introduzione del “test muscolare kinesiologico”) e ha richiesto di conseguenza una corrispondente capacità da parte del kinesiologo di gestire gli elementi strutturali, biochimici, emozionali ed energetici così evidenziati all’interno di un quadro intrinsecamente olistico della condizione individuale.

    Un ulteriore contributo sviluppato attraverso la successiva evoluzione della disciplina è stato quello di costruire una modalità di lavoro intrinsecamente ecologica nei confronti della persona, che favorisce direttamente un suo processo di recupero e integrazione attraverso quanto espresso e condiviso tramite il test kinesiologico. Tale contributo originale offre così un approccio assai differente (e a maggior titolo indipendente) da quello seguito nella medicina convenzionale.

    A livello operativo la kinesiologia è una disciplina eclettica, che si è venuta caratterizzando proprio in funzione delle esigenze manifestate attraverso il test kinesiologico. Le tecniche utilizzate comprendono normalmente la stimolazione di riflessi specifici di varia natura e risultano dunque particolarmente sicure, non includendo al loro interno alcuna modalità invasiva o manipolativa. Il sistema di lavoro sviluppato dalla kinesiologia si presta inoltre molto bene ad essere integrato con altre discipline terapeutiche.

    VARI TIPI di KINESIOLOGIA: In misura sempre maggiore nel corso degli anni la kinesiologia, originariamente indicata da Goodheart con il termine “kinesiologia applicata”, ha avuto modo di differenziarsi in centinaia di differenti modalità, accomunate fra loro dall’utilizzo dello strumento che più la caratterizza, il test muscolare kinesiologico. Già nel 1973 la diffusione di una sua forma divulgativa, ad opera di John Francis Thie e Mary Marks e da essi denominata “Touch for Health”, ha voluto caratterizzarsi come “kinesiologia specializzata”. La differenziazione iniziale in tali due modalità, anche alla luce delle centinaia di ulteriori modalità resesi nel frattempo disponibili, ha perso oramai il suo significato, ma a volte viene ancora impiegata per indicare un ambito di utilizzo maggiormente rivolto verso alla forma tradizionale (kinesiologia applicata) oppure verso altre forme (kinesiologia specializzata).

    Test MUSCOLARE e Test KINESIOLOGICO: Il test muscolare kinesiologico, o più semplicemente test kinesiologico, è spesso erroneamente confuso con il test muscolare. In realtà mentre lo scopo del test muscolare è quello di determinare la maggiore o minore forza di uno specifico muscolo o gruppo muscolare, lo scopo del test kinesiologico (nelle sue differenti forme sviluppatesi a partire da quella originariamente introdotta da Goodheart nel 1964) è invece quella di determinare la risposta selettiva del sistema nervoso a fronte di stimoli specifici.

    Nella sua forma manuale classica, il test kinesiologico determina quindi la capacità della persona di mantenere stabile un arto a fronte di un’azione pressoria da parte del kinesiologo. Se la posizione dell’arto può risultare simile o anche identica rispetto ad un corrispondente test muscolare, vi è però una importante differenza di esecuzione e di scopo. Infatti nella esecuzione di un test kinesiologico la pressione applicata dal kinesiologo è molto limitata, e comunque insufficiente per determinare la forza effettiva del muscolo coinvolto. Lo scopo infatti non è rivolto a determinare la potenza del muscolo, bensì la capacità del sistema nervoso di controllare in maniera equilibrata l’azione di quel muscolo, offrendo o meno una effettiva stabilità dell’arto a fronte della pressione così applicata. Tale risposta (che nel test kinesiologico classico può assumere solamente due stati, “stabile” o “non stabile”, ma che in forme più avanzate di test kinesiologico si articola in una gamma molto più ampia di possibili risposte) varia direttamente in funzione del fattore con cui la persona si confronta in quel momento, e consente così fra l’altro di rilevare in tempo reale l’eventuale stress manifestato dalla persona nei confronti di quel fattore specifico, fattore che può essere indifferentemente di tipo fisico–strutturale, biochimico–nutrizionale, emotivo–mentale, o anche puramente energetico.

    La sensibilità offerta dal test kinesiologico non sempre trova un’appropriata competenza e responsabilità da parte dell’operatore, e la sua (relativa) semplicità d’uso lo rende sempre più diffuso anche al di fuori di un ambito puramente terapeutico. Va però sottolineato come l’affidabilità dell’esito risulti necessariamente correlata con la competenza dell’esecuzione. Un utilizzo del test muscolare a mo’ di test kinesiologico, al di là di evidenziare un’incompetenza specifica da parte dell’operatore, non potrà evidentemente produrre i medesimi risultati. Va anche sottolineato come il voler ricondurre i due risultati del test kinesiologico classico (a volte inopportunamente indicati come “forte” e “debole” evidenziando così ulteriormente la confusione con il corrispondente test muscolare) a delle risposte di tipo “” e “no” a fronte di domande verbali poste dall’operatore, nulla ha a che fare con un utilizzo appropriato del test kinesiologico e della kinesiologia, come espressamente ricordato anche dal suo stesso fondatore George J. Goodheart Jr.

    La confusione fra test muscolare e test kinesiologico, che rimane purtroppo ancora assai diffusa (anche fra molti sedicenti operatori), costituisce la causa primaria da cui deriva la maggior parte delle obiezioni rivolte. Si riscontrano addirittura indagini volte a verificare in maniera “scientifica ed oggettiva” la correlazione fra una misurazione dinamometrico-strumentale della potenza del muscolo ed il risultato del corrispondente test kinesiologico, come se le misure di due differenti grandezze (quali la massa e il tempo) dovessero per forza coincidere per poter risultare “scientifiche”.